Chi è l'Alpino?

Amore, lotta, passione, sacrificio e rispetto

Alpini

….buoni e semplici come eroi e fanciulli; audaci e prudenti come soldati di razza;
robusti, resistenti come il granito dei loro monti; calmi, sereni come pensatori o filosofi;
col cuore pieno di passione malgrado la fredda scorza esteriore, al pari di vulcani coperti di ghiacci e di neve tali apparvero,
nell’alpe nostra gli alpini d’ Italia, all’ irrompere della santa guerra di redenzione e di libertà

Cesare Battisti

Il corpo militare degli Alpini

I soldati della montagna

Gli Alpini sono un corpo militare italiano altamente specializzato nell’operare in terreni montuosi, addestrato per combattere in luoghi accidentati in grado di fornire supporto logistico in ambienti difficili.

Costituiti il 15 ottobre del 1872 a Napoli per proteggere i confini settentrionali, gli Alpini sono il più antico Corpo di Fanteria attivo nel mondo.
All’atto della fondazione, il corpo degli Alpini fu strutturato in 15 compagnie da circa 120 uomini ciascuna, distribuite lungo la linea alpina, dalle Alpi Marittime alle Alpi Giulie.
I combattenti furono reclutati principalmente nelle regioni montane di Piemonte, Lombardia e Veneto ed il loro  addestramento mirava a preparare i soldati per le sfide specifiche del combattimento in montagna, includendo arrampicata, orientamento in terreni impervi e resistenza alle rigide condizioni climatiche.

Ancora oggi, dopo oltre 100 anni, gli Alpini sono un organismo vivo ed operante nella realtà quotidiana del nostro Paese e nel Mondo con il fine di tramandarne l’identità, insegnando ai giovani il valore del dono, l’amore verso il prossimo e l’amore verso la Patria.

Biella e gli Alpini

La nascita della sezione biellese dell’Associazione Nazionale Alpini

Il 9 dicembre 1922, su iniziativa del conte Nicolò Carandini, che aveva riunito una cinquantina di ex alpini combattenti, si costituì la sezione biellese dell’A.N.A.: Associazione Nazionale Alpini. 

Il 25 maggio 1923 si svolse a Biella la cerimonia di inaugurazione del gagliardetto della sezione, che vide la sentita partecipazione della popolazione biellese.

L’avvento del regime fascista portò ad una ristrutturazione dell’A.N.A., che nel 1928 assunse la denominazione di 10° reggimento alpini, le sezioni divennero battaglioni, i gruppi plotoni e la sezione di Biella fu ribattezzata “Battaglione Biellese Mario Cucco”.

Nel 1935 la sezione biellese contava 29 gruppi distribuiti in tutto il territorio della provincia; si svolse ad Oropa una grande adunata invernale che vide la partecipazione del commissario nazionale Angelo Manaresi. 

Durante il periodo bellico 1940 – 1945, l’A.N.A. Biellese guidata dal nuovo segretario Mario Balocco sostenne i commilitoni al fronte e promosse una campagna di ricerca e raccolta di indumenti e altro materiale per la confezione di pacchi dono.

La guerra ebbe però un impatto devastante. Le gravi perdite umane e la situazione sociale implico una nuova ripartenza per la Sezione di Biella, che venne ricostruita partendo  e la Sezione di Biella dovette essere ricostruita partendo da reduci Alpini che ancora conservano lo spirito di questo corpo militare. Tra il 1948 e il 1955 la sezione A.N.A. di Biella, che raggiunse quota 3500 iscritti, si rese protagonista di un’intensa attività a favore della ripresa della società locale.

L’impegno civile degli Alpini raggiunse il suo punto più alto nel 1976 con la partecipazione ai soccorsi nel terremoto del Friuli, a cui sono poi seguiti numerosi altri interventi in zone bisognose dell’Italia.

Ora la sezione di Biella aspetta l’adunata, per celebrare la storia di un coraggiosi uomini che ancora oggi lottano e supportano le popolazioni in difficoltà

Conoscere gli Alpini tra le sale del Museo Biellese

Importanti figure che potete incontrare visitando il Museo 

Gen. Giuseppe Domenico Perrucchetti

(Cassano d’Adda, 13 luglio 1839 – Cuorgnè, 5 ottobre 1916)

Tenente, Generale e Senatore, medaglia d’argento al Valor Militare per la battaglia di Custoza, è considerato il padre degli Alpini, ritenuto fondatore e ideatore del corpo degli Alpini, istituito il 15 ottobre 1872. 

Nel 1859 si arruola volontario nelle truppe del Regno di Sardegna e partecipa alla Seconda guerra d’Indipendenza. Nel 1861 diventa sottotenente alla Regia Militare Accademia di Ivrea, prestando servizio al XXIV Reggimento di Fanteria. Il 24 giugno 1866 è decorato di medaglia d’argento al Valor Militare alla Battaglia di Custoza ( Terza Guerra d’Indipendenza) e promosso Capitano. 

Nel 1871, col grado di Capitano dello Stato Maggiore, pubblica sulla Rivista Militare Italiana “…alcune considerazioni sull’ordinamento territoriale della Zona Alpina, auspicando la costituzione di compagnie alpine autonome ed autosufficienti, capaci di difendere ognuna la propria vallata.”

Ten. Mario Cucco

(Biella, 22 luglio 1896 – Solaroli, 25 ottobre 1918)

Mario Cucco, studente del 4° anno di medicina, è chiamato alle armi nel novembre 1915.

Dopo la Scuola militare di Modena viene incorporato nel 4° Reggimento Alpini, battaglione Aosta, come sottotenente. Nel mese di ottobre 1916 si merita una medaglia di bronzo sulle Alpi Cosmagnon e sette giorni dopo una prima medaglia d’argento sul Dente del Pasubio, uscendone gravemente ferito. Appena ristabilito chiede e ottiene di ritornare al suo reparto.

Seguono vari atti di eroismo durante azioni militari di estremo rischio, ma il destino lo aspetta ventiduenne a pochissimi giorni dalla fine del conflitto: muore combattendo al comando della sua 43° compagnia sui Solaroli, posizione strategica per la difesa.

Egli è sepolto nel cimitero militare di Caniezza, Mario Cucco fu in seguito traslato al Cimitero di Oropa, accanto alla sorella Lina, morta di polmonite a soli 22 anni nel novembre del 1917.

Fondata nel 1922, la sezione biellese dell’Associazione Nazionale Alpini assunse sei anni dopo la denominazione di “Battaglione biellese Mario Cucco”.

Cesare Ricotti Magnani

(Borgolavezzaro, 30 gennaio 1822 – Novara, 4 agosto 1927)

Prese parte a tutte le guerre di indipendenza, fu Generale d’artiglieria e ministro di guerra per 7 anni e dal 1870 impose un decreto grazie al quale vennero creati nuovi distretti alpini. Si deve a lui il nome “Alpini” e fu uno dei fondatori del Club Alpino. 

Dopo aver compiuto gli studi militari presso l’Accademia militare di Torino, ne uscì col grado di Sottotenente d’artiglieria nel 1840 e venne immesso nell’esercito. Nel 1848 venne promosso Tenente e combatte nell’assedio di Peschiera durante la Battaglia di Goito,dove venne promosso Capitano per meriti di guerra. Nell’aprile del 1852, durante l’esplosione della polveriera di Borgo Dora presso Torino, venne decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare. 

Successivamente prese parte alla Guerra di Crimea e si distinse nella Battaglia della Cernaia dopo la quale venne promosso Maggiore. Durante la Seconda guerra d’indipendenza italiana, venne promosso Tenente Colonnello e prese parte con distinzione alla Battaglia di San Martino. Promosso Maggiore Generale nell’ottobre del 1860, l’anno successivo divenne direttore generale delle armi speciali per conto del ministero della guerra italiano. Promosso Tenente Generale nel 1864, prese parte alla Terza guerra d’indipendenza italiana come comandante della 12ª divisione, che però non venne coinvolta in alcuno scontro.

Costantino Crosa

(Biella, 7 febbraio 1889 – Molino Vecchio, 18 giugno 1918)

Costantino Crosa è l’unico a ricevere la Medaglia d’Oro al Valor Militare (MOVM) biellese della Grande Guerra e il titolo di capitano del corpo militare. 

Interruppe gli studi per arruolarsi nel Regio Esercito e frequentò un corso per allievi ufficiali di complemento presso il 58º Reggimento fanteria. Nominato sottotenente nel gennaio 1913, fu assegnato in servizio di prima nomina al 49º Reggimento fanteria. Fu congedato nel luglio 1914 e richiamato in servizio alla mobilitazione generale fu assegnato al 162º Reggimento fanteria. Nel 1916 fu promosso capitano e nel mese di settembre, inviato sul Carso, partecipò all’ottava battaglia dell’Isonzo nel settore Oppacchiasella Castagnevizza. 

Scoppiata la Prima Guerra Mondiale parte per il fronte carnico dove si distingue per temperamento e valore sul campo. La ritirata delle truppe italiane in seguito alla sconfitta di Caporetto fa attestare la sua compagnia, la 201°, sul fronte del Piave. Nella battaglia di Giugno 1918, si trova in prima linea a fronteggiare gli attacchi nemici, ma nel corso della difesa, durante l’eroica resistenza della brigata “Sesia”, cade durante il combattimento e muore colpito da una granata. 

Padre Giovanni Brevi

(Bagnatica, 24 gennaio 1908 – Ronco Biellese, 31 gennaio 1998)

Nel 1934 parte per le missioni in Camerun e al rientro in Italia, nel 1941, chiede di diventare Cappellano Militare ed entra a far parte delle Divisioni Julia, nel 9°  reggimento dove merita una Croce al Valore Militare.

Il 15 agosto 1942 il Val Cismon parte con l’Armir per la Russia, venendo imprigionato con un trattamento speciale, essendo sacerdote e ufficiale.

Scrivendo alla famiglia « … vitto, alloggio, trattamento non sono buoni. Non ci danno nemmeno quello che prescrivono le leggi del posto. Ma io rimango sempre sacerdote, ufficiale, cattolico, italiano. Ogni prova mi reca onore. Ogni insulto e calunnia fortifica. Pronto a venire a casa come a lasciare la pelle qua. »

Nel 1954, conclusa la lunga prigionia e fatto finalmente ritorno in Italia, a padre Brevi fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare della quale era stato insignito tre anni prima: la cerimonia si svolse presso la caserma “Mameli” di Bologna.

Tommaso Vialardi di Sandigliano

(Sandigliano, 21 gennaio 1863 – Torino, 29 dicembre 1927)

Discendente da una famiglia di forte tradizione militare, Tomaso Vialardi di Sandigliano entra volontario a diciassette anni nel 2° Battaglione di Istruzione. Da lì, Sottotenente nel 48° Reggimento Fanteria (Brigata “Ferrara”), quindi Capitano Aiutante di Campo nel 32° Reggimento Fanteria (Brigata “Palermo”). 

Passato nel 1894 nel 3° Reggimento Alpini, nel 1901 lo Stato Maggiore gli affida l’incarico di uno studio di fattibilità per la costituzione di un Gruppo specialistico di Alpini sciatori, ovvero il 1° Gruppo sperimentale “Skiatori”, di cui assume il comando, con sede nella “Caserma difensiva” di Clavières. 

Il Ministro della Guerra, Generale Giuseppe Ottolenghi, il 25 novembre 1902, gli ordina l’impiego dello sci in tutti i sette reggimenti Alpini. 

Maggiore nel 1904, Tomaso Vialardi di Sandigliano è destinato al 4° Reggimento Alpini (Battaglione “Susa”), poi al 59° Reggimento Fanteria. Colonnello Capo di Stato Maggiore della Divisione di Torino nel 1915, è promosso Brigadiere Generale nel 1919, Generale di Brigata nel 1923 e di Divisione nel 1927. Tra le molte opere a cui si dedica, spiccano in particolar modo quelle indirizzate alla condizione del soldato.

Cap. Danilo Astrua

(Graglia, 9 agosto 1913 – Novo Postojalovka, 20 gennaio 1943)

Danilo Astrua nacque a Graglia nel 1913. 

Nel 1933 si arruolò volontario nel Regio Esercito, ottenne la nomina a sottotenente di complemento, e venne assegnato a prestare servizio nel 3º Reggimento alpini. Congedato nel gennaio 1935, fu richiamato in servizio pochi mesi dopo, in vista dello scoppio della guerra d’Etiopia. In forza alla 614ª Compagnia mobilitata del 7º Reggimento alpini partì per l’Africa orientale, dove prestò servizio fino all’ottobre 1936. Rientrato in Patria a causa di una ferita ricevuta in combattimento, fu assegnato al battaglione “Borgo San Dalmazzo” del 2º Reggimento alpini. 

Promosso tenente, dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatte dapprima sul fronte occidentale e poi su quello greco-albanese a partire dal mese di novembre. 

Il 6 dicembre del 1943 partì per il fronte russo al comando della 15ª Compagnia. Cadde eroicamente in combattimento e per onorarne la memoria fu decretata la concessione della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Il suo paese natale gli intitolò una Piazza mentre Biella una via e il locale circolo ufficiali.